Sifilide

La Sifilide, o Lue, è una malattia sessualmente trasmissibile molto contagiosa ed è causata da un batterio, il Treponema pallidum.

<em>Treponema pallidum</em>, batterio responsabile della Sifilide

Treponema pallidum, batterio responsabile della Sifilide

Secondo la tradizione, questa infezione giunse in Europa con i marinai di Cristoforo Colombo di ritorno dal Nuovo Mondo, fu osservata e studiata per la prima volta nel 1500 a Napoli durante il periodo di occupazione francese e per questo la malattia fu nota come morbo gallico o mal francese, perché si ritenne che fossero stati i soldati di re Carlo VIII a diffondere la malattia.
Il termine sifilide invece fu coniato da Fracastoro nel 1527 che si ispirò ad un giovanetto della mitologia greca che dopo aver oltraggiato il dio Apollo fu condannato dallo stesso ad una malattia che ne avrebbe deturpato la bellezza per sempre.

La Sifilide è considerata una delle malattie sessualmente trasmissibili più contagiosa e, dopo un lungo periodo di regressione, attualmente i casi di sifilide sono in aumento.

Questa infezione si trasmette per contatto diretto con le lesioni della pelle e delle mucose provocate dal batterio, attraverso rapporti sessuali non protetti e per via materno-fetale, attraverso il passaggio del batterio dalla mamma infetta al feto.
L’infezione si manifesta più frequentemente nella fascia di età più sessualmente attiva, cioè nei soggetti di età compresa tra i 18 e i 40 anni, può manifestarsi sia nel cavo orale, che in quello vaginale ed anale, ed è caratterizzata da 3 stadi.

Sia nella donna che nell’uomo:

Stadio 1 (da 10 a 90 giorni dopo il contagio):
compare un nodulo non doloroso liddove il batterio è penetrato in seguito al contagio, può manifestarsi all’interno della vagina o sul pene se il contagio è avvenuto durante un rapporto sessuale non protetto, ma anche nella zona perianale o all’interno del cavo orale, nel giro di qualche giorno, questo nodulo si trasforma in un sifiloma, un’ulcera non dolorante accompagnata da un rigonfiamento delle ghiandole adiacenti, l’ulcera e il gonfiore scompariranno in 3-4 settimane.

L’assenza di sintomi non significa che l’infezione sia scomparsa: in questa fase infatti l’infezione è attiva e il soggetto è contagioso.

Stadio 2 (da 3 a 12 settimane dalla scomparsa del sifiloma):
l’infezione si diffonde in tutto il corpo producendo delle eruzioni cutanee disseminate in tutto il corpo, con ingrossamento di linfonodi e con la formazione di chiazze circolari sulle mucose, l’infezione può essere accompagnata da febbre, senso di spossatezza, inappetenza e continue cefalee, i sintomi tendono a scomparire nel giro di poche settimane.

Se non viene riconosciuta, l’infezione può guarire spontaneamente o evolvere in una fase latente, ma se ciò non accade e non viene trattata adeguatamente, può progredire verso il terzo stadio.

Stadio 3 ( da 10 a 30 anni successivi alla seconda fase):
una sifilide non curata può essere causa di malattie cardiovascolari, di danni al sistema nervoso, all’apparato digerente e scheletrico causando, nei casi più gravi, anche la morte dell’individuo.

Come si previene

evitando rapporti non protetti, usando sempre e nel modo corretto il profilattico, indossando il profilattico all’inizio di ogni rapporto senza aspettare i momenti prima l’eiaculazione, evitando il contatto di strumenti ad uso genitale contaminati, evitando lo scambio di oggetti per il piacere sessuale.

L’uso del preservativo non garantisce una protezione totale nei confronti di questa infezione se le lesioni non sono coperte dal condom, tuttavia riduce notevolmente il rischio di contagio se la lesione è in una zona coperta dal profilattico. E’ comunque consigliato sottoporsi ad un check-up completo dopo un rapporto sospetto o in caso di rapporti promiscui ed occasionali.